Cenni storici
La nascita della fortezza di Palmanova si deve alla volontà e necessità della Serenissima Repubblica di Venezia di rafforzare i propri confini orientali, nella seconda metà del 1500 infatti, questi ultimi erano minacciati dalle continue incursioni ottomane, nonché dalle mire espansionistiche degli Asburgo. Fu così che nel 1583 il Senato conferì a Marc’Antonio Barbaro l’incarico di studiare e scegliere i luoghi strategici dove erigere delle fortificazioni, approfittando della sua presenza in Friuli a risolvere gli annosi problemi con gli austriaci riguardo i confini. La scelta ricadde sulla pianura friulana, in una lingua di terra incuneata in territorio austriaco, ai confini dei villaggi di Ronchis, Palmada e San Lorenzo. Nell’ottobre del 1593 partirono alla volta del sito prescelto cinque senatori, eletti a “Provveditori Generali”, gli stessi; Barbaro, Jacopo Foscarini, Marino Grimani, Leonardo Donato e Zaccaria Contarini, con al seguito una schiera di ingegneri, esperti nell’arte della Guerra, architetti militari dell’Ufficio Fortificazioni di Venezia, tra i quali il Generale Giulio Savorgnan, soprintendente generale, al quale si deve il disegno originale della fortezza. Ebbero inizio i lavori di quella che sarebbe diventata un esempio dell’arte delle fortificazioni del Cinquecento e che oggi rimane esemplare unico in ambito europeo, per la conservazione del suo assetto fortificato ed urbanistico. Data di fondazione 7 Ottobre, giorno della commemorazione di S. Giustina patrona dei domini di Venezia nonché anniversario della vittoria nella battaglia di Lepanto (1571), inequivocabile messaggio della Serenissima; Palmanova, argine alle invasioni ottomane dell’intera cristianità. Primo Provveditore Generale fu’ nominato Marc’Antonio Barbaro che battezzò la nuova fortezza “Palma”, a ricordare sicuramente il villaggio di Palmade, ma anche come simbolo augurale di vittoria. Un’imbattibile macchina da Guerra era stata eretta, baluardi a forma di freccia che potevano difendersi l’un con l’atro (il loro numero fu stabilito in base alla gittata dei cannoni del tempo), cortine che li collegavano, false braghe, fossato e rivellini a protezione delle tre porte d’accesso, così nacque la “stella a nove punte”, forma dettata da esigenze militari non certo estetiche. I rivellini furono eretti nella seconda metà del Seicento, altri bastioni infatti si erano resi necessari a rafforzare la piazzaforte essendo aumentata la gittata delle armi. Con un simile assetto Palmanova fu considerata per due secoli la miglior piazzaforte d’Europa, le sue due cinta murarie scongiurarono le scorrerie dei Turchi e fecero demordere l’Austria da eventuali espansioni. A seguito della caduta della Serenissima, nel 1797 Palmanova passò sotto il dominio Napoleonico, per poi essere annessa all’impero Asburgico a seguito del trattato di Campoformido. Nel 1805 Palmanova torna nelle mani dei francesi che, per volontà di Napoleone Bonaparte, innalzarono la terza cerchia di fortificazione. Furono erette nove lunette (baluardi), cinte da un fossato a secco, per allontanare ancor di più l’artiglieria nemica. Mai conquistata dalle armi, la fortezza ritornò agli austriaci nel 1815 rimanendoci sino al 1866, anno in cui con un plebiscito venne annessa definitivamente al Regno d’Italia. Durante la Prima Guerra Mondiale divenne centro di smistamento e rifornimento per le truppe che combattevano sull’Isonzo, nonché sede di ospedale da campo; dopo la rotta di Caporetto fu incendiata dalle truppe italiane in ritirata. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale i nazisti in fuga minacciarono di raderla al suolo, pericolo evitato dal miracoloso intervento dell’arciprete Giuseppe Merlino. Nel 1960, su decreto del Presidente della Repubblica Palmanova fu nominata “Monumento Nazionale”.
Dal 9 luglio 2017 la fortezza di Palmanova è entrata a far parte del patrimonio dell'umanità UNESCO , nel sito seriale transnazionale "Opera di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo: Stato da Terra-Stato da Mar occidentale"